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L'incontro a Damasco tra al-Jolani e Pedersen L'incontro a Damasco tra al-Jolani e Pedersen

In Siria riaprono scuole e uffici, Al Jolani incontra il rappresentante dell'Onu

A pochi giorni dalla fuga di Assad, la Siria riapre scuole e uffici. Dopo 13 anni il Qatar riaprirà domani la propria ambasciata a Damasco, mentre sul Paese proseguono i raid di Israele, che ha annunciato un aumento degli insediamenti sulle alture del Golan

Roberta Barbi – Città del Vaticano

La Siria cerca di tornare alla normalità dopo la caduta del governo di Assad. Da ieri hanno riaperto scuole e università,  e le persone tornano al lavoro negli uffici. Riprende anche l'attività diplomatica con la riapertura delle ambasciate: dopo la rappresentanza turca, da domani anche il Qatar, assente da 13 anni, ha annunciato la riapertura dei propri uffici a Damasco. Prove di normalizzazione che coinvolgono anche l'entourage di al-Jolani, che ha incontrato l’inviato Onu in Siria, Geir Pedersen, per valutare un aggiornamento della risoluzione del 2015 con la quale il Consiglio di Sicurezza ipotizzava una tabella di marcia per la transizione politica in Siria. 

Israele e le alture del Golan

Proseguono, intanto, i raid di Israele sulla Siria: 60 in poche ore su obiettivi militari, “i più pesanti” da oltre un decennio secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, specie quelli sulla regione costiera di Tartus. E sempre Israele ha approvato un piano che prevede il raddoppio degli insediamenti di coloni israeliani sulle alture del Golan, che il Paese occupa dal 1967: “Un’escalation pericolosa e senza precedenti”, l’ha definita il ministro degli Esteri di Damasco.   

La posizione della Turchia

La Turchia, che ha riaperto la propria ambasciata a Damasco già la settimana scorsa, ha fatto sapere che fornirà aiuti militari alle nuove autorità siriane. Ad annunciarlo è stato il ministro della Difesa del governo di Erdogan, Yasar Guler, che pone così il Paese nel ruolo di attore decisivo nel nuovo equilibrio siriano. In soli cinque giorni infine – stando ai dati forniti da Ankara – oltre 7600 persone sono passate attraverso il confine tra Turchia e Siria per far rientro nelle loro case proprio in territorio siriano.  

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16 dicembre 2024, 08:26