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Gaza, in fila per rifornirsi d'acqua Gaza, in fila per rifornirsi d'acqua  (AFP or licensors)

Human Rights Watch: a Gaza è genocidio. Israele respinge le accuse

Nella Striscia sono decine di migliaia i morti causati dalla mancanza d’acqua o dall’utilizzo di acqua contaminata. La ong denuncia in un rapporto l’intenzionalità delle distruzioni dell’esercito israeliano. Il Ministero degli Esteri dello Stato ebraico replica: solo calunnie

Stefano Leszczynski - Città del Vaticano

Privare deliberatamente dell’accesso all’acqua i palestinesi di Gaza per provocare la distruzione fisica della popolazione, parziale o totale, è uno dei requisiti del crimine di genocidio, per come è codificato dal Diritto internazionale. L’accusa di Human Rights Watch (HRW), una delle più note ong internazionali per la difesa dei diritti umani, è contenuta in un rapporto di 174 pagine in cui viene documentata la distruzione di infrastrutture idriche e riportate numerose testimonianze.

Azioni deliberate contro le infrastrutture

“Le autorità israeliane - si legge nel documento - hanno intenzionalmente privato i civili palestinesi di Gaza di un adeguato accesso all'acqua dall'ottobre 2023, con grande probabilità causando migliaia di morti e commettendo così il crimine contro l'umanità di sterminio e atti di genocidio”. A dimostrare l’intenzionalità della distruzione delle infrastrutture idriche di Gaza il rapporto di Hrw accusa – esibendo come prova diverse immagini satellitari - l’esercito israeliano di aver fatto saltare decine di riserve d’acqua e cisterne e di aver reso inservibile l’acquedotto costruito dagli Emirati Arabi Uniti tra l’Egitto e il sud della Striscia. Anche il taglio dei rifornimenti di carburante che servivano a tenere in funzione gli impianti di desalinizzazione ha contribuito - denuncia ancora Hrw – ad assetare la popolazione impedendo il funzionamento degli impianti di desalinizzazione.

La posizione di Israele

A rispondere alle accuse di Hrw è il Ministero degli Esteri dello Stato ebraico che definisce il documento “calunnioso”. "Human Rights Watch – si legge nella dichiarazione - sta ancora una volta diffondendo le sue sanguinose diffamazioni per promuovere la sua propaganda anti-Israele... Questo rapporto è pieno di bugie". Ad intervenire è anche il Dipartimento di Stato Usa il cui portavoce ha espresso il completo disaccordo dell’amministrazione statunitense per gli addebiti di genocidio rivolte ad Israele da Human Rights Watch, pur riconoscendo che Gaza è teatro di una crisi umanitaria catastrofica.

Accuse gravi anche da Msf

Di crimini di guerra a Gaza parla anche il rapporto di Medici senza frontiere (Msf), in cui il cui segretario generale dell’organizzazione umanitaria non risparmia denunce alle forze israeliane e neppure fa sconti ai miliziani di Hamas e degli altri gruppi di estremisti palestinesi. "Tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto - aggiunge Lockyear - è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui, si legge nel documento, le prove della pulizia etnica e la devastazione in corso sono innegabili".

L’appello per il cessate il fuoco

“Msf chiede a tutte le parti - ancora una volta, con urgenza - un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari”. Secondo il Ministero della salute di Gaza, controllato da Hamas, la guerra nella Striscia ha ucciso più di 45 mila persone, tra cui 8 membri dello staff di MSF. "Il numero di morti è probabilmente molto più alto a causa dell'impatto del collasso del sistema sanitario, delle epidemie e dell'accesso fortemente limitato a cibo, acqua e rifugi".

 

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20 dicembre 2024, 17:04