Krajewski in Ucraina: la Chiesa unita di fronte alla violenza della guerra
Vatican News
Natale di sangue in Ucraina che, all’alba di oggi, si è svegliata sotto un massiccio attacco russo. Come riferito dal ministero della Difesa di Mosca, sono stati utilizzati armi ad alta precisione a lungo raggio e veicoli aerei senza pilota. Obiettivo principale del raid: le infrastrutture energetiche dell’Ucraina.
Massiccio attacco su Kharkiv
Ad essere presa di mira, in particolare, è stata la città nordorientale di Kharkiv, dove sono rimaste ferite tre persone. Lo ha riferito il sindaco locale, Ihor Terekhov, tramite un messaggio su Telegram. Colpita anche Kherson: secondo le autorità locali si conterebbe una vittima. In un post sui social network, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha definito l’attacco “disumano”.
Colpite le infrastrutture energetiche
Dolore per quanto accaduto viene espresso, ai media vaticani, dal cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, che in questi giorni si trova proprio in Ucraina per portare gli aiuti di Papa Francesco alla popolazione, martoriata da quasi tre anni di guerra.
“Mi mancano le parole – racconta il porporato -. Stamattina alle sei, proprio nel giorno di Natale, Kharkiv è stata bombardata, tre quarti degli abitanti, su una popolazione di un milione di persone, sono senza corrente elettrica. Hanno bombardato la zona in cui ci sono gli impianti energetici. Ci sono feriti”.
La gratitudine della popolazione per la vicinanza del Papa
Il cardinale Krajewski spiega poi di essere partito da Kharkiv “alle 22.45, 15 minuti prima del coprifuoco con il treno che era un po’ coperto, proprio per non far passare la luce, quindi con tutti i finestrini chiusi”. Le notizie dell’attacco lo hanno raggiunto poco dopo, durante il viaggio. “Mi dispiace – afferma -. Proprio qualche ora fa ero lì e pregavo con la gente che ha anche ringraziato per i generatori donati dal Santo Padre e dai fedeli di Roma. Servono tanto: le temperature sono sotto zero e i generatori servono tanto a salvare vite e a poter abitare nelle case”.
La forza della preghiera in una Chiesa unita
Nonostante il buio e lo sconforto provocato dalla guerra, tuttavia, il cardinale elemosiniere si sofferma su un particolare: “Come era bello vedere la Chiesa unita, finalmente la Chiesa unita – spiega -. Forse questo è un segno forte anche per noi, per tutti noi: pregare insieme, pregare insieme, essere uniti come voleva sempre Cristo”. “Quando siamo uniti siamo molto forti e questo si vedeva proprio a Kharkiv – conclude -: la Chiesa unita, la Chiesa unita”.
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