Ep. 365 - Papale papale - "Consolazione"
Francesco, udienza generale 23 novembre 2022
Che cos’è la consolazione spirituale? È un’esperienza di gioia interiore, che consente di vedere la presenza di Dio in tutte le cose; essa rafforza la fede e la speranza, e anche la capacità di fare il bene. La persona che vive la consolazione non si arrende di fronte alle difficoltà, perché sperimenta una pace più forte della prova. Si tratta dunque di un grande dono per la vita spirituale e per la vita nel suo insieme. E vivere questa gioia interiore.
La consolazione è un movimento intimo, che tocca il profondo di noi stessi. Non è appariscente ma è soave, delicata, come una goccia d’acqua su una spugna (cfr S. Ignazio di L., Esercizi spirituali, 335): la persona si sente avvolta dalla presenza di Dio, in una maniera sempre rispettosa della propria libertà. Non è mai qualcosa di stonato che cerca di forzare la nostra volontà, non è neppure un’euforia passeggera: al contrario, come abbiamo visto, anche il dolore – ad esempio per i propri peccati – può diventare motivo di consolazione.
Benedetto XVI, udienza generale 30 maggio 2012
L’invito è a vivere ogni situazione uniti a Cristo, che carica su di sé tutta la sofferenza e il peccato del mondo per portare luce, speranza, redenzione. E così Gesù ci rende capaci di consolare a nostra volta quelli che si trovano in ogni genere di afflizione. La profonda unione con Cristo nella preghiera, la fiducia nella sua presenza, conducono alla disponibilità a condividere le sofferenze e le afflizioni dei fratelli. Scrive Paolo: «Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non frema?» (2Cor 11,29). Questa condivisione non nasce da una semplice benevolenza, né solo dalla generosità umana o dallo spirito di altruismo, bensì scaturisce dalla consolazione del Signore, dal sostegno incrollabile della «straordinaria potenza che viene da Dio e non da noi» (2Cor 4,7).
Cari fratelli e sorelle, la nostra vita e il nostro cammino sono segnati spesso da difficoltà, da incomprensioni, da sofferenze. Tutti lo sappiamo. Nel rapporto fedele con il Signore, nella preghiera costante, quotidiana, possiamo anche noi, concretamente, sentire la consolazione che viene da Dio.
Pio XII, radiomessaggio ai popoli 24 dicembre 1943
Un cristiano, che si alimenta e vive della fede in Cristo, nella certezza che Egli solo è la via, la verità e la vita, reca la sua parte delle sofferenze e dei disagi del mondo al presepio del Figlio di Dio, e trova dinanzi al neogenito Bambino una consolazione e un sostegno ignoto al mondo, che gli dà animo e forza a resistere e mantenersi imperterrito, senza accasciarsi o venir meno in mezzo alle prove più tormentose e gravi.
È triste e doloroso, diletti figli, il pensare che innumerevoli uomini, pur sentendo, nella ricerca di una felicita che li appaghi in questa vita, l'amarezza di fallaci illusioni e penose delusioni, si siano preclusi la via ad ogni speranza, e lontani come vivono dalla fede cristiana, non sappiano rintracciare il cammino verso il presepio e verso quella consolazione, che fa sovrabbondare di gaudio gli eroi della fede in ogni loro tribolazione.
Paolo VI, Angelus 13 febbraio 1966
Noi penseremo ancora alla fame del mondo, e pregheremo per quelli che soffrono la fame, e per quelli che si mostrano sensibili e benefici verso questa calamità. Specialmente, sì, per coloro che hanno risposto all’appello dei grandi Promotori di soccorso e al Nostro. Questa rispondenza è una delle cose più belle che avvengono intorno a noi e nel nostro tempo; dobbiamo goderne, per l’onore dell’umanità e per il conforto alla nostra fede cristiana, che ha l’intelligenza più viva e più attiva dei bisogni altrui. È questa una grande consolazione per Noi. I fanciulli Ci hanno ascoltato e Ci scrivono. Ascoltate questa letterina; è come un fiore che lasciamo cadere dalla Nostra finestra domenicale: «Caro Santo Padre, il papà ci ha detto della povera situazione degli indiani e che Tu hai spiegato che non si può essere buoni cristiani se non si aiutano i nostri fratelli poveri. Allora abbiamo deciso e abbiamo combinato che noi bambini Ti mandiamo i nostri salvadanai e il papà e la mamma faranno come se invece di tre bambini ne avessero quattro. Vogliamo anche dirTi che noi preghiamo sempre per Te e per i poveri. Ti mandiamo un bacio. Emilio e Lucia».