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La statua della Madonna della Speranza La statua della Madonna della Speranza 

Giubileo, a San Pietro la statua di Santa Maria della Speranza

L’immagine, collocata in Basilica vicino all’Altare della Confessione, proviene dal santuario di Battipaglia in provincia di Salerno e rimarrà in Vaticano fino all’Epifania. Il padre stimmatino Francesco De Crescenzo racconta la storia dell’immagine mariana

Francesco De Crescenzo, CSS

La storia dell’Immagine della Madonna della Speranza è inscindibilmente legata al popolo battipagliese. Dal 1819, anno dell’arrivo della Sacra Immagine, rappresentata in un quadro portato da Napoli dal cav. Domenico Antonio Franchini, le vicende lieti e tristi del popolo si sono intrecciate con la devozione, l’amore e l’intercessione della Vergine. I fatti degli inizi sono narrati in un documento eccezionale, il libro “in quarto”, scritto a mano, delle memorie Franchini, che resta come testimonianza storica, anche della nascita di Battipaglia. Nella cappella Franchini, dove il quadro fu posto, la vita religiosa e comunitaria dei battipagliesi si è sviluppata ed è cresciuta sotto lo sguardo dolce e materno di Maria. Il quadro era una copia dell’originale conservato a Napoli, in San Nicola alla dogana, ora non più esistente. Per circa 60 anni, nella cappella Franchini la Madre della Speranza ha tessuto la trama d’amore dei legami del popolo. Nel 1878 per volontà della figlia di Franchini, Ippolita, fu eseguita l’attuale statua per rendere più concreta e praticabile la processione annuale, ma anche per esprimere in modo più forte e tangibile il messaggio della speranza, che il popolo riponeva nella Madre di Dio. In legno policromo, fatta eseguire a Napoli con le indicazioni che riproducessero il messaggio del quadro, la statua, di autore anonimo, ha volutamente le fattezze di una giovane popolana, proprio per significare che Maria è una figlia del popolo.

L’immagine è tutta relativa a Cristo. Nel quadro originale Maria mostrava il Bambino Gesù in piedi, che reggeva nella mano destra un cuore fiammante, segno del suo amore che brucia per l’umanità e nella mano sinistra reggeva la Croce che si poggiava sulla mano sinistra della Vergine. In corrispondenza della base della croce una piccola Àncora era sostenuta da Maria. Croce e Àncora, l’amore di Cristo Crocifisso speranza del mondo! Il messaggio è chiaro: Cristo Signore, Figlio di Maria, con la sua morte e risurrezione è la Speranza del mondo. Il suo amore salva.

Il popolo ha “cristallizzato” nell’Immagine di Maria raffigurata in questa statua tutto il suo amore a Cristo e alla Vergine Santa. L’atteggiamento della Vergine, raffigurata nella Statua, leggermente protesa in avanti “offre” al popolo la Speranza, che è suo Figlio. Con la mano destra sostiene un’Àncora che nel braccio verticale e orizzontale è una Croce poggiata per terra, piantata nel mondo come Speranza per i popoli (Ebrei 6,19).

Maria è Madre della Santa Speranza perché Madre di Cristo, Speranza dell’umanità. Anche nell’iconografia presente nel Santuario è evidente come nell’Àncora si intravede la Croce di Cristo, come ci ricorda anche la liturgia della Chiesa (cfr.: Venerdì Santo, Venanzio Fortunato, O Crux, Ave Spes Unica!).

Con il tempo, la volontà popolare ha posto nella mano di Maria che regge il Bambino anche una corona del rosario, perché la meditazione con Maria dei misteri della vita di Cristo potesse accompagnare la speranza del popolo.

La virtù teologale della Speranza (CCC 1817) scaturisce da questa Sorgente, in cui Madre e Figlio sono uniti nel mistero dell’Incarnazione e nel Mistero Pasquale. Alla statua, da subito venerata e amata dalla gente battipagliese, le generazioni si sono sempre ispirate per vivere la fede e le vicende della propria storia illuminati dalla speranza in Cristo. Maria ha seguito il popolo esule durante i bombardamenti dell’ultima guerra, quando la citta fu distrutta; ha sorretto il dolore e la speranza del popolo durante i moti del 1969; ha dato coraggio e fiducia nel terremoto del 1980; è stata sempre punto di riferimento, che ha accolto tutti coloro che sono venuti nella piana del Sele e si sono stabiliti a Battipaglia. La “Festa della Speranza” annuale, infatti, vede un grande concorso di popolo, che celebra la fede e devozione nella sua Patrona. Il “fiuto” del popolo (sensus fidei fidelium) ha colto subito questa dimensione della speranza come ispirazione dello Spirito e l’ha vissuta nell’amore alla Madre di Cristo, che fu incoronata Patrona della città e del popolo battipagliese il 1° luglio 1979 con Breve Pontificio di San Giovanni Paolo II.

La prima pietra dell’attuale santuario fu posta nel 1906. Fu Inizialmente dedicata alla Madonna del Carmine, ma anche qui intervenne il popolo e in modo vivace e sentito trasportò da subito la statua di Santa Maria della Speranza dalla cappella Franchini, collocandola nella sua nuova nicchia. Oggi ci fa un po’ sorridere questa sorta di competizione, ma indica in modo chiaro la volontà popolare. Nel passaggio dalla cappella Franchini alla chiesa che fu eletta a Santuario mariano nel luglio 1980, tutta la vita religiosa di Battipaglia ha visto il sorgere di altre parrocchie, ma sempre il cuore unitario della città è stato intorno alla Madonna della Speranza. Completamente restaurato in occasione del Giubileo del 2000, il santuario è oggi il cuore della fede del popolo battipagliese, che venera Santa Maria della Speranza come centro unificatore dell’identità e della dimensione religiosa e civile della città.

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23 dicembre 2024, 16:23