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Una pagina del diario che racconta la prima trasmissione ucraina della Radio Vaticana, nella foto l padre basiliano Mykhailo Vavryk Una pagina del diario che racconta la prima trasmissione ucraina della Radio Vaticana, nella foto l padre basiliano Mykhailo Vavryk 

Radio Vaticana, gli 85 anni della lingua ucraina: parlare di pace mentre parla la guerra

Era il 14 dicembre 1939 quando Pio XII decise di avviare la programmazione in ucraino della Radio Vaticana per aiutare la Chiesa locale perseguitata dal nazismo. Una missione proseguita per decenni durante il regime socialista e che continua a sostenere la causa della riconciliazione, mentre un nuovo conflitto sconvolge il Paese

Taras Kotsur - Città del Vaticano

Autunno 1939. In Europa infuria la Seconda guerra mondiale. Sul territorio dell'attuale Ucraina orientale entrano le truppe dell’Unione Sovietica e occupano tutto il Paese. Anche la Chiesa di questa terra conosce la persecuzione messa in atto dal regime comunista. In seguito alla richiesta della gerarchia della Chiesa greco-cattolica locale – dettata dalla necessità di preservare il legame dei fedeli ucraini con la Sede Apostolica - Pio XII dispone che la Radio Vaticana, fondata nel 1931, inizi a trasmettere anche in questa lingua. Il 14 dicembre va in onda il primo programma.

Gli inizi

Le trasmissioni in ucraino iniziano con una trasmissione di mezz'ora alla settimana, poi due volte alla settimana fino ad approdare alle edizioni quotidiane. Vengono trasmesse notizie sull’attività del Papa e della Sede Apostolica, sulla vita della Chiesa cattolica, indicazioni per i sacerdoti e racconti sulla vita della comunità ucraina nella diaspora. Da quel primo passo compiuto il 14 dicembre 1939, inizia il grande apostolato sulle onde della radio. Durante il periodo di persecuzione anticattolica, queste trasmissioni sono l'unica fonte di evangelizzazione e di informazione sul Papa, sulla Chiesa, sui suoi insegnamenti, contribuendo a formare la visione e le convinzioni di fede di diverse generazioni di cattolici ucraini.

La radio e la forza della fede

Lo confermano ancora oggi in interviste e racconti persone di varia provenienza e ruolo, come il giovane metropolita greco-cattolico Teodoro Martynyuk che ha partecipato all'assemblea del Sinodo sulla sinodalità. Nell’intervista ai media vaticani ha detto che la sua vocazione al sacerdozio era nata grazie all'ascolto di quei programmi. Oppure la signora Maria, una laica da Rivne, passata dalla nostra redazione all'inizio dello scorso ottobre, mentre si recava in pellegrinaggio a Pompei. Durante l’intervista si è commossa dicendo che si era avverato un suo sogno, nel ricordo di quando da bambina ascoltava alla radio la Divina Liturgia. Per molti decenni, la Santa Liturgia trasmessa dalla cappella della Radio Vaticana è stata l'unico modo per centinaia di migliaia di fedeli di partecipare alla Messa.

Dalla guerra alla guerra

“In Ucraina è in atto una guerra, quindi molti ucraini hanno acquistato ricevitori per le onde corte. Inoltre, l'elettricità viene spesso interrotta e in questo periodo la ricezione delle onde corte è notevolmente migliorata grazie all'assenza di interferenze da parte degli elettrodomestici. Per questo motivo, sempre più ucraini iniziano ad ascoltare le stazioni radio a onde corte, in quanto si tratta di un intrattenimento non banale che è diventato una sorta di sfogo in questi tempi difficili”. Questi pensieri di un ascoltatore sembrano arrivare dal passato. Invece li ha scritti Oleksandr due anni fa, dalla regione di Kyiv. Era il gennaio 2023, il primo inverno dall'inizio dell'invasione sulla larga scala dell'Ucraina da parte della Federazione Russa, caratterizzato da frequenti blackout per i ripetuti e drammatici bombardamenti sulle infrastrutture civili.

Una missione che continua

Purtroppo la guerra è ancora in corso, ed è in questo contesto che la nostra redazione commemora oggi il suo 85.mo anniversario. Fin dall'inizio la sua vocazione è stata quella di portare la luce della fede e un raggio di speranza, e lo rimane ancora oggi. Ad essa si è aggiunto il compito di farsi portavoce di coloro che in mezzo a tanta sofferenza cercano di vivere e di sperare. Dietro il segnale che viaggia per migliaia di chilometri fino ai sui destinatari, continua a essere l’impegno quotidiano e la dedizione non solo della piccola redazione ucraina, ma di tutte le unità che compongono la grande famiglia multilingue e multiculturale dei media vaticani.

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14 dicembre 2024, 11:47