Suor Loreda e le consorelle missionarie dell'Incarnazione, con il presepe esposto in Piazza San Pietro Suor Loreda e le consorelle missionarie dell'Incarnazione, con il presepe esposto in Piazza San Pietro

"Dallo scarto alla vita nuova", il presepe di Suor Loreda in Piazza San Pietro

Una "vena artistica" alimentata fin dall'infanzia, ispirata dalle parole della serva di Dio Carla Borgheri, fondatrice delle missionarie dell'Incarnazione, di cui è vicaria generale: "Coltiva questo dono". Un'esortazione che ha portato una delle sue Natività a essere esposta sotto il colonnato del Bernini

Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano

"Dallo scarto alla vita nuova". Un presepe unico, nato dalla vena artistica di suor Loreda Spagnolo, vicaria generale delle missionarie dell’Incarnazione, e ispirato dalle parole della serva di Dio Carla Borgheri, fondatrice della congregazione: “Coltiva questo dono”. L’esortazione della madre superiora guida suor Loreda negli anni, portandola a creare una rappresentazione della Natività che oggi è esposta sotto il colonnato del Bernini, in Piazza San Pietro, nell’ambito della mostra dei 100 Presepi. Un presepe senza porte, realizzato con materiali di scarto, che diventa simbolo di rifioritura: “Ogni risorsa, con la giusta dignità, può rinascere”.

Ascolta l'intervista completa a suor Loreda Spagnolo

Pennelli e cavalletti in comunità

La storia artistica di suor Loreda, raccontata ai microfoni dei media vaticani, affonda le radici nella sua infanzia, quando la realizzazione del presepe diventa un momento di condivisione familiare. Già da bambina, il suo talento si manifesta in piccoli capolavori, arricchiti in seguito dagli studi al liceo artistico. Entrata nella comunità religiosa, non abbandona la sua passione: le viene riservata dove lei porta pennelli e cavalletti, contribuendo con le sue opere – vetrate, pitture a olio e sculture – ad abbellire la cappella della congregazione.


La "provvida sventura" della pandemia

Una predisposizione al bello che neanche gli impegni come vicario generale riescono a sopire. I numerosi viaggi missionari in Africa, Filippine, Vietnam e Albania lasciano tracce indelebili nella sua sensibilità artistica. Poi, durante la "provvida sventura" della pandemia, suor Loreda trova il tempo per dedicarsi nuovamente alla creazione, realizzando presepi con l’unico scopo di rallegrare la comunità e i visitatori.

Suor Loreda posiziona il suo presepe in Piazza San Pietro
Suor Loreda posiziona il suo presepe in Piazza San Pietro

L'iscrizione al concorso su Facebook

Sono le sue consorelle più "tecnologiche" a proporle il contest, pubblicizzato su Facebook, dell'associazione "Città dei Presepi". "Perché non ci iscriviamo?". Dopo un'iniziale diffidenza, suor Loreda acconsente, e la sua Natività riscuote grande successo, classificandosi al quinto posto ed ottenendo il diritto di essere valutata per l’esposizione in Piazza San Pietro previo il via libera di una commissione del Dicastero per l'Evangelizzazione. Ad ottobre, arriva una lettera con la notizia più bella: il presepe di suor Loreda arriverà sotto al colonnato del Bernini.


Il presepe sotto il colonnato del Bernini

Il trasporto del presepe è un rito "commovente", che suor Loreda ricorda per il canto "Tu scendi dalle stelle" con il quale la sua Natività è accompagnata dalle consorelle al pulmino e fino in Piazza San Pietro. Una gioia impreziosita dalla natura della sua chiamata religiosa. "Come missionaria dell'Incarnazione, essa è il mistero che guida e sorregge la mia vita". Una soddisfazione, ma anche responsabilità, nell'annuncio del "grande mistero dell'amore che Dio ha per l'umanità".

Un particolare del presepe di Suor Loreda
Un particolare del presepe di Suor Loreda

Porte e cuori aperti

Il presepe, intitolato “Dallo scarto alla vita nuova”, affronta temi attuali – sociali, economici e ambientali – con un messaggio universale: “Ciò che sembra perduto o scartato può essere accolto e trasformato in una realtà preziosa”. Tra i particolari più significativi, l’assenza di porte simboleggia un cuore aperto, pronto ad accogliere Gesù Bambino e a richiamare l’essenzialità della vita. Il pastore, invece, è rappresentato come il primo ad ascoltare il mistero divino: “Si mette in cammino, portando con sé anche le pecore scartate”. Un richiamo alla semplicità del quotidiano e al valore delle relazioni.


Polistirolo e materiali di scarto

Per realizzare il presepe, suor Loreda impiega due mesi, "ogni cestino mi è costato una sera di lavoro dopo la preghiera della Compieta". Ogni dettaglio è curato con amore, utilizzando materiali poveri e di recupero, ritrovati negli angoli più anfratti della cantina, come il polistirolo delle scatole degli elettrodomestici. Ogni consorella contribuisce, offrendo materiali e supporto: “Suor Loreda, può servirti?”. Questo spirito di comunità, secondo la religiosa, è il cuore della sua missione: “Dare speranza a tutto ciò che la società spesso mette ai margini”. Un messaggio che si riflette nella sua opera, capace di trasmettere bellezza, speranza e amore universale.

Un particolare del presepe di Suor Loreda
Un particolare del presepe di Suor Loreda

 

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14 dicembre 2024, 12:26