La conferenza di presentazione della campagna solidale in America Latina e Caraibi La conferenza di presentazione della campagna solidale in America Latina e Caraibi

Proteggere chi difende la “casa comune", una campagna solidale in America Latina

In Sala Stampa vaticana i cardinali Czerny, Spengler e Chomali ed Emilce Cuda, segretaria della Pontificia Commissione per l'America Latina, hanno presentato l'iniziativa solidale con i difensori dei diritti umani e ambientali dal titolo "La vita è appesa a un filo". Attiva lungo tutto il Giubileo, vuole far sì che la cultura della vita prevalga sulle spirali della violenza

Lorena Pacho Pedroche e Sebastián Sansón Ferrari - Città del Vaticano 

Ha scosso la società latinoamericana il recente assassinio in Honduras del difensore dei diritti umani e ambientali, Juan Antonio López - responsabile diocesano della pastorale sociale della diocesi di Trujillo - mentre usciva dalla parrocchia. E ha mostrato l’importanza del lavoro che svolgono tanti uomini e donne che mettono a rischio la propria vita per proteggere quella degli altri. La morte di López ha anche messo in evidenza la condizione di vulnerabilità in cui vivono i difensori dei diritti umani e i leader che proteggono la “casa comune” in tutta l’America Latina. Molti di loro s’ispirano agli insegnamenti di Papa Francesco nella Laudato si’, nella Laudate Deum e nella Fratelli tutti.

"La vita è appesa a un filo"

La Chiesa cattolica non vuole lasciarli soli. Perciò, diverse organizzazioni sociali, religiose e civili, guidate dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), e sostenute dal Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale (Dssui) e dalla Pontificia Commissione per l’America Latina (Pcal), hanno unito gli sforzi per avviare la campagna “La vita è appesa a un filo”, al fine di realizzare azioni che promuovano la solidarietà, la tutela e il riconoscimento del lavoro dei difensori dei diritti umani, dei leader sociali e degli attori civili in America Latina e nei Caraibi. L’iniziativa, che ha come motto “Tessere il futuro, proteggere la vita”, è stata presentata oggi, lunedì 9 dicembre nella Sala Stampa della Santa Sede.

Czerny: il valore del dialogo per irisolvere i conflitti

Il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero, ha sottolineato il valore «del dialogo, la fratellanza e l’amicizia sociale per risolvere i conflitti». E ha aggiunto che «spetta a tutti noi farci carico dei nostri fratelli, soprattutto dei più vulnerabili, e della cura della casa comune». Ha riassunto le ragioni alla base della campagna: «la vita è un dono sacro di Dio. Non possiamo essere indifferenti dinanzi alla vita minacciata di quanti difendono i diritti umani e ambientali. Non possiamo lasciarli soli!». Il progetto cerca di dare visibilità a casi emblematici di difensori dei diritti umani e ambientali che lavorano in ambiti molto sensibili come quello legato al modello estrattivo, la limitazione nella libertà di espressione e nella partecipazione civica, i conflitti armati interni, e il freno posto alle donne che difendono i diritti umani e al loro ruolo nella politica. Il fine è di dare impulso ad azioni concrete di fronte all’indifferenza sociale, alla disarticolazione istituzionale, lla fragilità dei sistemi di tutela, e all’impunità dinanzi ai crimini commessi.

Spengler: centinaia di leader assassinati, il loro sangue chiede giustizia

Il neo cardinale Jaime Spengler, presidente del Consiglio Episcopale latinoamericano (Celam), nel suo intervento ha evidenziato che «il sangue di centinaia di leader assassinati in America Latina e nei Caraibi chiede giustizia e noi non possiamo rimanere indifferenti, abbiamo il dovere di assisterli nei loro sforzi e di denunciare la cultura della morte». E ha ricordato come «la fede che ci unisce ci» chiami «a ricostruire il tessuto sociale con azioni per sensibilizzare e dare visibilità alle lotte dei difensori dei diritti umani e ambientali». Emilce Cuda, segretaria della Pcal, nel suo intervento, ha sottolineato che «tutto ciò che fa la Chiesa non lo fa per motivi politici né economici, lo fa per il Vangelo». E ha aggiunto che l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco «offre un prezioso strumento per difendere queste vite che sono appese a un filo», che è il dialogo sociale, «che consiste nel far sì che le parti si siedano e mettano sul tavolo il conflitto per renderlo visibile, per negoziare condizioni migliori e portarle avanti».

La campagna sarà attiva fino al 10 dicembre 2025, coincidendo quindi con il Giubileo della speranza. Gli organizzatori auspicano che questo progetto possa contribuire a far sì che la cultura della vita prevalga sulle spirali della violenza.

Dialogo sociale per fare fronte alla violenza

Riferendosi alla molteplicità delle ragioni che conducono ad atti di crudeltà, il cardinale Spengler, a margine della conferenza, ha evidenziato con i media vaticani il crescente traffico di droga «che sfrutta e uccide» soprattutto i giovani. Una «realtà crudele, che porta via tante vite, e non fa notizia». Ad avere un peso sono anche le compagnie minerarie, le cui estrazioni succhiano «dalla Terra ciò che essa offre a tutti». Emilce Cuda ha invece sottolineato la necessità di apertura ad un «dialogo sociale», strumento «privilegiato» della Chiesa per risolvere conflitti in diversi ambiti.

Nei cuori di ogni parrocchiano

Le azioni maggiormente richieste alla comunità ecclesiale si riassumono, nella visione del cardinale Fernando Chomalí, arcivescovo di Santiago del Cile in una «chiara testimonianza di servizio disinteressato a favore dei più poveri». Tanta più forza acquisirà la campagna quanto più «ognuno la farà sua nella propria vita, nella propria famiglia, nel proprio quartiere». Un discorso rilanciato dal cardinale Czerny, che ha notato il bisogno di portare la Laudato si' «in ogni parrocchia e nel cuore di ogni parrocchiano». Per il cardinale, è importante che ognuno si chieda, nel contesto della salvaguardia dell'ambiente e della difesa dei diritti umani: «Dove posso contribuire a una maggiore speranza?».

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09 dicembre 2024, 15:55